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Ecco Disco, il drone ad ala fissa di Parrot

Raggiunge gli 80 km/h e offre un’autonomia di 45 minuti.

Non ci sono solo i quadricotteri nel mondo dei droni ed ecco che Parrot, la mamma di AR.Drone e Bebop, lancia un velivolo ad ala fissa: Disco. Leggero (750 gr) e compatto (58×115 cm), raggiunge una velocità massima di 80 km/h e offre un’autonomia di volo di 45 minuti con una sola carica.

Per i neofiti, decollo e atterraggio sono gestiti automaticamente mentre il pilota automatico ci dà una mano a controllare il volo. Quando la levetta di pilotaggio del telecomando è inclinata verso destra, per esempio, il drone ad ala fissa curva nella stessa direzione, mentre il pilota automatico si preoccupa di inclinare leggermente l’ala e di aumentare la velocità del motore. Insomma, un bell’aiuto.

Chiaramente Parrot ha pensato anche al volo con visuale in prima persona. Il visore Fpv Cockpitglasses infatti ci proietta direttamente nel cuore dell’azione permettendoci di vedere in tempo reale le riprese aeree catturate dalla telecamera frontale full hd di Disco. Tra le dotazioni troviamo poi il navigazione inerziale con accelerometro, giroscopio, magnetometro e altimetro e un modulo Gnss (Gps + Gloonass) che ci aiuta nel tracciamento del velivolo.

Il controllo invece può avvenire in due modi, tramite l’app gratuita FreeFlight Pro per smartphone e tablet iOs e Android o con il più confortevole Skycontroller 2, un nuovo telecomando wi-fi con due joystick per le manovre, trigger per le riprese e una portata teorica di 2 km. Disponibile da settembre, il pacchetto Parrot Disco, Skycontroller 2 e Cockpitglasses costerà 1.299 euro.

(Credits: wired.it)

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DJI e Hasselblad insieme per un vero drone filmaker

Lo scorso novembre DJI ha acquisito una minima parte della azioni di Hasselblad, quest'oggi la mossa prende corpo e le due società svelano un exacopter personalizzato e voltato alle riprese aeree professionali. Non c'è un drone tutto nuovo, la base è un Matrice 600 pro-level con a bordo una Hasselblad A5D medio formato, un duo eccezionale in grado di far impallidire la concorrenza.

Sul M600 ricordiamo che abbiamo il controllo di volo A3 e il sistema di trasmissione Lightbridge 2, ciò significa possibilità di broadcasting diretto a 1080p e capacità di carico di ben 6 kg. Sul fronte fotografico non c'è davvero nulla da temere, la A5D-50c ha un sensore CMOS da 50 MP ed è stata realizzata appositamente per le foto aeree ad alta risoluzione, incluso nel kit un obiettivo HC 3.5 / 50mm-II.

Non abbiamo purtroppo alcuna indicazione sul prezzo, che si preannuncia decisamente alto: la sola M600 con Ronin-MX gimbal costa quasi 6000 dollari, alla quale andranno aggiunti i costi della fotocamera Hasselblad. DJI ha quindi alzato ulteriormente l'asticella per i professionisti, con questo ‘mostro’ a sei eliche si può addirittura arrivare in remoto a 5 km di distanza.

(Credits: hdblog.it)

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3DR Solo, il drone facile e intuitivo

Due computer Linux consentono di mandarlo in automatico mentre noi pensiamo alle riprese.

Vista l’avanzata inarrestabile degli oggetti volanti ben identificati, ora anche i droni semiprofessionali diventano facili e intuitivi. Uno degli artefici di questo passaggio verso la semplificazione è il 3DR Solo, un drone all-in-one che punta a immediatezza d’utilizzo senza fare sconti sulle funzionalità. Aperta la valigetta protettiva sei già pronto ad usarlo mentre due computer Linux, uno nel drone e uno nel controller ti danno una mano. Consentono infatti di controllarlo sia in manuale che in automatico con discreta agilità così anche i neofiti potranno concentrarsi nelle riprese aeree senza pensare ad altro.

Le funzionalità Cable cam e Orbit infatti permettono di creare un volo preciso e sicuro lungo un percorso virtuale, lasciando liberi di controllare il video da riprendere o semplicemente premere Play e lasciare a Solo il compito di effettuare le riprese. La modalità Follow consente di lavorare a mani libere mentre Solo segue ogni nostro spostamento con tanto di selfie aeree.

Chiaramente la GoPro di bordo consente non solo di scattare foto, ma anche di realizzare lo streaming wireless in HD su dispositivi mobili oppure sul PC tramite la porta HDMI del controller. Disponibile da aprile, Solo è importato in Italia da Xgem a 1.299 euro con il gimball per GoPro. L’action cam invece deve essere comprata a parte.

(Credits: wired.it)

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Il drone Zano sarebbe stato impossibile da realizzare

Un’indagine svela i lati oscuri del più clamoroso insuccesso di Kickstarter.

Questo Zano non s’ha da fare. Salito alla ribalta delle cronache nel 2014, il drone più piccolo al mondo era stato il progetto europeo più finanziato su Kickstarter (3,4 milioni di dollari) salvo poi risolversi in un nulla di fatto a fine 2015.

Alla rabbia dei backers ora segue un lungo articolo inviato ai sostenitori e ripubblicato su Medium che analizza i motivi di uno degli insuccessi più clamorosi di sempre. La conclusione è che la gallese Torquing Group, la mamma di Zano, non ha agito in modo truffaldino come si pensava subito dopo la chiusura del progetto, ma semplicemente non è stata in grado di gestire il successo. Aveva infatti promesso troppo senza considerare gli ostacoli che poi l’hanno buttata al tappeto.

Anche se avessero avuto più denaro e più tempo, i gallesi non sarebbero comunque riusciti nell’impresa – è la sintesi dell’indagine. La beffa è che l’azienda non comunica più e sembra che il team si stia sciogliendo: un manager è perfino tornato nella natia Australia, mentre la maggior parte dei backers non è stata rimborsata.

Insomma, una brutta storia tanto più che Kickstarter, stando all’articolo, è sempre pronta a prendersi i meriti dei successi, ma a declinare le responsabilità dei fallimenti. Dopotutto i termini d’uso parlano chiaro: l’ideatore del progetto è l’unico responsabile del completamento dello stesso e, in caso contrario, i backers possono sempre fare causa. Coma a dire addio Zano, e addio denaro.

(Credits: wired.it)

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VertiKUL2, il drone che decolla in verticale

La stabilità e l’agilità di un quadricottero mixate alla velocità di un aeroplano: ecco il velivolo che potrebbe rivoluzionare il mondo delle consegne a domicilio.

I suoi costruttori dicono che potrebbe essere lui, un domani, il concorrente di Amazon Prime Air e Google Project Wing per le consegne a domicilio. Questo drone, soprannominato VertiKUL 2, è in fase di test presso la Leuven University e rappresenta la fusione tra le capacità di decollo e atteraggio verticali di un quadricottero e la velocità e resistenza di un classico velivolo.

“Inizialmente c’erano dei problemi in caso di vento forte”, spiegano i ricercatori che se ne occupano, “ma questo nuovo prototipo, dotato di ali molto piccole, supera molto bene anche questa condizione, ed è in grado di giungere a destinazione con un margine di errore di massimo dieci centimetri”. Eccolo in azione nel video.

(Credits: wired.it)

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