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Lily, il drone per selfie da 34 milioni di dollari di finanziamenti

Da maggio sono state preordinate 60 mila unità.
Lily ha raggiunto 34 milioni di dollari in preordini. Drone tra i più celebri del momento, è noto per la sua capacità di seguire il pilota ovunque esso vada senza bisogno di essere controllato in altro modo.

Basta lanciarlo in aria e Lily riprende le nostre evoluzioni scattando foto da 12 Mpixel o girando video in Full HD sempre restando sopra di noi a una quota tra gli 1,5 e i 50 metri. Il tutto con un’autonomia di venti minuti circa. Dati questi che hanno colpito subito al cuore tutti gli amanti degli sport estremi tanto più che il prezzo è di 799 dollari, circa 737 euro.

Non stupisce quindi l’enorme successo ricevuto. Quei 34 milioni di dollari si riferiscono a ben 60 mila unità preordinate in tutto il mondo dal maggio scorso. Un record che sarà difficile da battere per i suoi successori, ma ora aspettiamo di vederlo all’opera dal vivo.

(Credits: wired.it)

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Snowstorm, il drone da indossare

Può sollevare fino a 70 chili e funziona a energia solare. In questo video, ecco una nuova macchina volante.

Una macchina volante e individuale per spiccare il volo. Da sempre oggetto dei desideri di molti, ora è materia di studio di un gruppo di ricercatori della National University di Singapore, che sta provando a mettere a punto un modello che, come puoi vedere nel video, sembra proprio un grosso drone.

Snowstorm, così di chiama, può essere controllato dal passeggero, ma anche da remoto, funziona a energia solare e regge circa 70 chilogrammi di peso.

“Dobbiamo ancora migliorarne la stabilità” fanno sapere gli scienziati, ma di certo già così si tratta di un mezzo sorprendente.

(Credits: wired.it)

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Cosa vede un drone autonomo che scansa ostacoli a 50 km/h

Torniamo a parlare di droni con l'ultimo filmato giunto in rete da una prospettiva insolita. Un team di ricercatori del MIT ha infatti realizzato un sistema di navigazione autonoma che permette ai piccoli UAV di sfrecciare a 50 km/h tra i rami degli alberi, con riconoscimento della traiettoria da seguire e degli ostacoli. La tecnologia su cui si basa si chiama ‘Pushbroom Stereo’ ed è stata realizzata dai due giovani Adam Barry e Russ Tedrake al Robot Locomotion Group del Computer Science and Artificial Intelligence Lab (CSAIL).

Tutti stanno realizzando droni di questi tempi, ma nessuno sa davvero come permettergli di evitare di finire dove non devono - ha raccontato Barry - I sensori come Lidar sono troppo pesanti per essere inseriti su velivoli di queste dimensioni, e creare mappe dell'ambiente da attraversare in anticipo non è pratico. Se vogliamo droni che volino rapidamente e nel mondo reale abbiamo bisogno di algoritmi migliori, più rapidi.

Per testare il sistema il team ha realizzato un drone con apertura alare di 34 pollici e peso sotto i 450g, con due fotocamere poste sulle ali e due processori simili a quelli che si trovano all'interno degli smartphone. A differenza della concorrenza, in grado di riconoscere ostacoli lontani 1, 2 o 3 metri di distanza, il loro algoritmo è in grado di processare immagini di oggetti lontani anche 10 metri, aumentando così la velocità di esecuzione. Servono solo 8.3 millisecondi per processare un frame, abbastanza per volare tra i rami degli alberi a quasi 50 km/h senza l'ausilio di un pilota in carne ed ossa al comando.

La CSAIL sostiene che il sistema ideato da Barry e i suoi colleghi è 20 volte più rapido dei software esistenti, per di più il codice è open source e disponibile su GitHub per tutti coloro che vogliano cimentarsi in questo campo.

(Credits: hdblog.it)

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GoPro mostra il primo video girato con il suo drone

Che GoPro fosse intenzionata a lanciare un suo drone non è certo un segreto, d'altronde le sue action camera sono le più utilizzate a bordo di questi UAV e il mercato è in continua espansione. Nelle scorse ore la casa americana ha così pubblicato in sordina un filmato girato proprio a bordo del suo prossimo quadcopter, il primo in assoluto GoPro, che con questa mossa punta alla differenziazione dopo mesi di incertezza del titolo in borsa. Non tanto per i risultati diretti delle loro videocamere quanto per la concorrenza che avanza, a prezzi spesso molto competitivi.

I dettagli non sono disponibili, GoPro ha soltanto ammesso che il video è stato realizzato a bordo di un quadcopter prototipale con sistema di stabilizzazione proprietario. Nessuna post produzione ha infatti ridotto le vibrazioni, praticamente assenti, non siamo neanche certi se l'hardware utilizzato per le riprese provenga da una delle Hero 4 ‘classiche’ o sia una variante dedicata. La cosa non è affatto da escludere, si potrebbe infatti pensare ad un drone GoPro con videocamera integrata, in modo da ridurre ulteriormente peso e ingombri.

Non si parla qui di eventuale High Dynamic Range, disponibile invece sull'ottimo DJI Inspire One, ma è giusto attendere la versione finale per dare giudizi più accurati e lanciarsi in eventuali confronti. Il filmato su YouTube raggiunge una qualità massima di 1440p, siamo quindi ancora lontani dal 4K in questa fase di sviluppo, ma è comunque un'ottima risoluzione a questo frame rate (le immagini sono particolarmente fluide).

Infine, sarà importante valutare tutte le potenzialità software di questo drone GoPro, come il mercato ci sta insegnando, non basta avere quattro eliche e una buona capacità di volo, serve GPS accurato, sistema di rientro, controlli facilitati e tutte quelle funzionalità che DJI e 3D Robotics hanno già implementato nei loro migliori modelli.

(Credits: hdblog.it)

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Il drone traccia una mappa attraverso un terreno irregolare, che poi il robot può seguire camminando

I droni aerei sono ampiamente utilizzati per la mappatura, con le mappe che si creano in seguito utilizzati da noi. In un esperimento recentemente condotto presso l'istituto di ricerca Politecnico federale di Zurigo, un drone ha mappato una stanza in modo che un robot quadrupede può utilizzarla. Tale ricerca potrebbe aprire la strada per le missioni robotiche in contesti reali.

L'esercizio è iniziato con un Hexacopter all’interno di una piccola camera, che aveva una serie di ostacoli e tipi di superfici. C'era anche un punto di partenza designato per il robot a terra, insieme a una posizione dell’obiettivo che doveva raggiungere.

I dati raccolti dai sensori della fotocamera e altri del drone sono stati poi utilizzati per creare una mappatura ad alta risoluzione con elevazione. Quella mappa è stata successivamente analizzata per le caratteristiche potenzialmente impegnative come pendenza, rugosità superficiale e altezza del gradino. Un percorso è stato poi tracciata per il robot, che le consentirebbe di ottenere dal punto di partenza fino alla meta senza impedimenti.

Il robot utilizza dei sensori, come una unità lidar per confermare che era nel posto giusto in relazione alla mappa, e per verificare intorno intorno a se a nuovi ostacoli. In ultima analisi, ha raggiunto con successo il suo obiettivo, senza alcun intervento umano.

In un esercizio su più ampia scala è stato condotto lo scorso anno negli Stati Uniti, un elicottero autonomo full-size è stato utilizzato per pilotare un robot a ruote ubicato a terra, da quel punto il robot ha poi fatto la strada per raggiungere la destinazione.

(Credits: gizmag.com)

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