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Facebook, l'Aquila è in volo

Il social network completa il primo test dei droni alimentati con pannelli solari che dovranno combattere il digital divide in giro per il mondo. Risultati superiori alle aspettative, ma è ancora presto per cantare vittoria.

Facebook ha completato con successo il primo volo di Aquila, il drone equipaggiato con pannelli solari e apparati di trasmissioni laser che nei piani della corporation social statunitense dovrebbe garantire la connettività Internet nei luoghi del pianeta dove non è al momento disponibile.

Un progetto a lungo termine, quello di portare l'accesso alla Rete globale a miliardi di utenti che ne sono sprovvisti per l'arretratezza (o la indisponibilità) delle infrastrutture locali, che affianca iniziative pensate per semplificare e rendere più economica l'installazione delle suddette infrastrutture a “voli pindarici” più ambiziosi come è appunto il drone Aquila.

Il primo volo a bassa altitudine dell'UAV internettaro di Facebook arriva dopo 2 anno di sforzi ingegneristici, ha annunciato Mark Zuckerberg dal suo profilo ufficiale, ed è restato in volo per più di 90 minuti: un tempo tre volte superiore di quello inizialmente pianificato che ha permesso di verificare il comportamento degli apparati di bordo, i modelli aerodinamici, le batterie, i sistemi di controllo, le performance del team di controllo e tutto quanto.

Dopo il primo test sui cieli dell'Arizona, per i prossimi voli sperimentali Aquila verrà fatto salire a un'altitudine superiore fino ad arrivare al target del progetto di oltre 18.000 metri dal livello del mare. Un obiettivo che verrà raggiunto per gradi, e che necessiterà di un ulteriore sviluppo tecnologico per arrivare finalmente alla concretizzazione del sogno originario degli Internet-droni in volo in giro per il mondo.

Idealmente, una futura flotta di UAV Aquila dovrà infatti essere in grado di volare a un'altitudine compresa tra 18.000 e 28.000 metri - cioè al di sopra del traffico aereo commerciale e delle nuvole - di usare una tecnologia di trasmissione laser per comunicare con la stazione di terra e la tecnologia e-band per dispensare connettività Internet da 10 gigabit (10 volte più veloce del record precedente) entro un raggio di 16 chilometri. E tutto questo dovrà farlo restando in volo autonomo per 90 giorni.

(Credits: puntoinformatico.it)

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Droni commerciali, si può volare

Ma restano diversi ostacoli per gli UAV, tra cui quelli che impediscono ancora l'utilizzo di droni per la consegna di pacchi.

Gli ultimi mesi di presidenza Obama non sono certamente all'insegna della stasi: è stato approvato, e anticipato da un'indiscrezione online, anche il nuovo, atteso regolamento per l'utilizzo dei droni commerciali che conclude un lungo percorso passato attraverso l'istituzione dell'Unmanned Aircraft Systems (UAS).

Si tratta di un documento di 600 pagine chiamato Small Unmanned Aircraft Rule, Part 107, pubblicato dalla Federal Aviation Administration (FAA) e che - come dice il nome - va a modificare le regole per gli “unmanned aircraft systems” (UAS) i droni telecomandati impiegati in una vasta serie di attività tra cui le fotografie aeree, l'agricoltura, la risposta alla situazioni di emergenza ed il giornalismo.

Per tali attività in particolare, infatti, la normativa faciliterà le possibilità di utilizzo di droni telecomandati limitando oneri burocratici e strette condizioni di accesso ai permessi di utilizzo.
La principale modifica riguarda l'eccezione della Section 333, che delineava i requisiti da rispettare per poter diventare piloti di droni commerciali e che era considerata troppo restrittiva.Ancora limitazioni
Resta in ogni caso negli Stati Uniti più difficile diventare un pilota commerciale di droni che possedere legalmente un'arma da fuoco: anche se non è più prevista una vera e propria patente per guidare droni, occorre comunque ottenere un certificato chiamato “remote pilot certification” passando un esame scritto (con le autorità che condurranno sul candidato anche una ricerca di background) e occorre inoltre registrare il proprio UAV.

Si parla ancora, poi, di piloti di almeno di 16 anni, di utilizzo solo durante le ore del giorno (30 minuti dopo l'alba e 30 prima del tramonto) e ad almeno 5 miglia dagli aeroporti, con droni più leggeri di 55 pound (circa 25 chili), volo a massimo 400 piedi (circa 122 metri) e velocità che non può superare le 100 miglia all'ora (161 chilometri orari).

Spedizioni via droni ancora ai box
La nuova normativa, che entrerà in vigore ad agosto, non si applica tuttavia ancora agli utilizzi che ne vorrebbero fare per esempio Google ed Amazon, in particolare per trasporti di pacchi a medio-lungo raggio: innanzitutto resta - per i droni impiegati nel trasporto di oggetti - il divieto di sorvolare persone non partecipanti a tali operazioni, nonché l'obbligo per i piloti di “mantenere la linea di vista su di essi”.

Possibilità future
Secondo Michael Huerta, direttore di FAA, si è cercato “un equilibrio tra la necessità di utilizzare questa nuova tecnologia e l'obiettivo di FAA di garantire la sicurezza pubblica” e da questo punto di vista si tratta solo del primo passo, a cui dovranno seguire - continua Huerta - altre “nuove disposizioni per estendere le operazioni consentite” e affrontare questione al momento del tutto ignorate, come quelle relative alle possibili violazioni di privacy perpetrate tramite fotocamere e altri sistemi multimediali installati sui droni e nonostante le petizioni e le denunce depositate sul tema dal gruppo Electronic Privacy Information Center (EPIC).

(Credits: puntoinformatico.it)

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GoPro mostra il primo video girato con il suo drone

Che GoPro fosse intenzionata a lanciare un suo drone non è certo un segreto, d'altronde le sue action camera sono le più utilizzate a bordo di questi UAV e il mercato è in continua espansione. Nelle scorse ore la casa americana ha così pubblicato in sordina un filmato girato proprio a bordo del suo prossimo quadcopter, il primo in assoluto GoPro, che con questa mossa punta alla differenziazione dopo mesi di incertezza del titolo in borsa. Non tanto per i risultati diretti delle loro videocamere quanto per la concorrenza che avanza, a prezzi spesso molto competitivi.

I dettagli non sono disponibili, GoPro ha soltanto ammesso che il video è stato realizzato a bordo di un quadcopter prototipale con sistema di stabilizzazione proprietario. Nessuna post produzione ha infatti ridotto le vibrazioni, praticamente assenti, non siamo neanche certi se l'hardware utilizzato per le riprese provenga da una delle Hero 4 ‘classiche’ o sia una variante dedicata. La cosa non è affatto da escludere, si potrebbe infatti pensare ad un drone GoPro con videocamera integrata, in modo da ridurre ulteriormente peso e ingombri.

Non si parla qui di eventuale High Dynamic Range, disponibile invece sull'ottimo DJI Inspire One, ma è giusto attendere la versione finale per dare giudizi più accurati e lanciarsi in eventuali confronti. Il filmato su YouTube raggiunge una qualità massima di 1440p, siamo quindi ancora lontani dal 4K in questa fase di sviluppo, ma è comunque un'ottima risoluzione a questo frame rate (le immagini sono particolarmente fluide).

Infine, sarà importante valutare tutte le potenzialità software di questo drone GoPro, come il mercato ci sta insegnando, non basta avere quattro eliche e una buona capacità di volo, serve GPS accurato, sistema di rientro, controlli facilitati e tutte quelle funzionalità che DJI e 3D Robotics hanno già implementato nei loro migliori modelli.

(Credits: hdblog.it)

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