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Gli HoloLens avranno un’autonomia di cinque ore e mezza

Microsoft svela nuovi dettagli dei suoi visori VR. La chicca è la batteria.
La sfida della realtà virtuale non si gioca solo sulla risoluzione. C’è anche la batteria. Chi ha provato i prototipi dei vari caschetti VR si sarà reso conto della scomodità di avere uno o più cavi intorno al collo che connettono il dispositivo al computer.

Microsoft vuole porre fine a questa schiavitù con HoloLens, il suo visore per la realtà virtuale che funziona a batteria. La notizia è che Redmond ha appena annunciato un’autonomia di ben cinque ore e mezza con un utilizzo medio.


Un utilizzo massiccio invece offrirebbe due ore e mezza di autonomia, abbastanza insomma per immergerci nel mondo digitale e giocare a sazietà tra una carica e l’altra o per lavorarci senza preoccuparsi troppo di rimanere a secco.

(Credits: wired.it)

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Lytro Immerge è la videocamera per realtà virtuale con tecnologia Ligh Field

Lytro ha annunciato la sua prima videocamera per la realtà virtuale. Il prodotto di chiamerà Immerge ed utilizzerà la tecnologia Light Field, mutuata dalla fotocamera Illum. La particolarità della soluzione sviluppata da Lytro consiste nella possibilità di catturare anche l'angolazione da cui proviene la luce. Grazie a Light Field è possibile è possibile variare, in fase di post produzione, sia la messa a fuoco, selezionando un punto differente all'interno dell'immagine, sia la prospettiva.

Il progetto è nato circa un anno fa, tramite contatti con i registi ed i produttori di contenuti, interessati ad applicare la tecnologia Light Field alla realtà virtuale. Immerge utilizza un gruppo di sensori (a 360°), collocati su un corpo sferico, con una disposizione su cinque livelli. Se Illum può catturare i fasci di luce entro una prospettiva limitata, Immerge può fare lo stesso, ma operando su tutto ciò che la circonda.

La disposizione dei sensori permette di ottenere una maggiore accuratezza sia per la parallasse orizzontale, sia per quella verticale, consentendo una più semplice fusione tra immagini reali ed elementi in computer grafica. Le riprese sono in grado di supportare sei gradi di libertà, e questo si traduce nella possibilità, per lo spettatore, di guardarsi intorno liberamente, quando viene utilizzato un visore VR.

La destinazione d'uso di Immerge è prettamente professionale, come testimoniato anche dalla dotazione. Oltre alla videocamera viene fornito anche un server/workstation, un pulì-in Light Field editor (compatibile con software come Final Cut Pro o Adobe Première Pro) ed un player compatibile con i visori VR, come Oculus Rift e HTV Vive.

Nello sviluppo sono state coinvolte compagnie specializzate nella realtà virtuale, come Vrse e WeVR, oltre a studio come Disney e Warner Bros. La disponibilità è prevista per il primo trimestre del 2016, in vendita o noleggio (probabilmente sarà questa la via principalmente utilizzata: il costo, secondo Lytro, sarà molto elevato).

(Credits: hdblog.it)

Visore di realtà virtuale HTC Vive

Questo visore potremmo definirlo avanzato rispetto a quelli visti fino ad ora, perchè integra due display con risoluzione 1200X1080, uno per ogni occhio, e ben 70 sensori integrati tra giroscopi e puntatori laser. La maschera VIVE è solida, abbastanza imponente ma, nonostante questo, il peso è ben bilanciato grazie anche alle comode cinghie regolabili. Per un'esperienza più immersiva l'hanno fatta i controller Wireless che all'interno della scena non sono altro che le mani con il quale si può addirittura prendere e afferrare gli oggetti virtuali. Inoltre il VIVE ha un refresh rate di 90Hz e un angolo di visione di ben 110°.

Diversi sono stati gli scenari vissuti: dai fondali oceanici, a scenari futuristici, passando per una prova culinaria e la possibilità di disegnare su una tela virtuale. La prima cosa da dire è che questo visore restituisce la sensazione stranissima ma piacevole di essere lì realmente, proietta completamente all'interno della realtà virtuale, soprattutto anche grazie al fatto di poter avanzare ed indietreggiare, muoversi e addirittura afferrare gli oggetti.

All'interno della stanza erano posizionati due laser per registrare i movimenti. Il tutto si traduce in un'esperienza davvero realistica e di intrattenimento veramente ottima. La qualità dei contenuti, infine, risulta veramente molto buona. L’uscita, prevista per la fine del 2015, per testare più approfonditamente questo visore veramente molto promettente. L'incognita rimasta rimane una: il prezzo.

(Credits: hdblog)

Google CARDBOARD è una piattaforma di realtà virtuale (VR) sviluppata da Google, è formata da un cartone pieghevole nel quale viene inserito un telefono cellulare . E’ un sistema a basso costo per incoraggiare l'interesse e lo sviluppo in applicazioni VR.

Quando il kit è assemblato, il cellulare viene inserito davanti alle lenti e tenuto in posizione da un elastico. Un app compatibile CARDBOARD divide l'immagine visualizzata smartphone in due, uno per ciascun occhio, mentre si applica anche la distorsione a barilotto di ogni immagine per contrastare la distorsione a cuscinetto data dalle dalle lenti. Con le lenti quindi viene creata l'impressione di una stereoscopia 3D con un ampio campo visivo. La prima versione di cartone potrebbe andare bene i telefoni con schermi fino a 5,7 pollici (140 millimetri) e magneti utilizzati come un semplice tasto di input che richiede un sensore bussola nel telefono. Un design aggiornato rilasciato al Google I/O 2015 funziona con i telefoni fino a 6 pollici (150 mm) e sostituisce l'interruttore magnetico con un pulsante conduttivo che attiva un evento di tocco sullo schermo del telefono cellulare per una migliore compatibilità tra dispositivi.

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