
Google ora capisce meglio il senso delle domande
La strada della comprensione è lunga, ma un passo alla volta l’applicazione mostra miglioramenti
La comprensione totale è affare che spesso sfugge anche all’interazione tra due persone, figurarsi in quella tra uomo e macchina. Però si può migliorare, ed è quello che Google sta cercando di fare. “L’applicazione di Google sta cominciando a capire davvero il significato di quello che stai chiedendo”, ha annunciato l’azienda. Certo, serve tempo, e l’app adesso capisce “un po’ meglio” quello che si chiede.
Il processo va avanti da anni, ed è passato per la ricerca vocale del 2008 al Knowledge Graph del 2012. È un lavoro duro, quello che cerca di comprendere l’area semantica di ciò che viene scritto, per restituire risposte pertinenti. Tanto per cominciare, adesso Google capirà i superlativi, quindi se voleste sapere qual è la città più grande di uno Stato, è concesso. In secondo luogo, è stata migliorata la comprensione di domande che contengono una data, tipo “Che canzone ha pubblicato tizio nel 2014?” o “Quanto era grande la popolazione di Rio nel 2002?” .
Altro esercizio che Google sta conducendo, è sulle combinazioni più complesse, come “Chi era presidente quando gli Angels hanno vinto la World Series?”. Certo, ancora molto c’è da fare, ma si sa: per capirsi, bisogna procedere un passo alla volta.
(Credits: wired.it)