
L'intelligenza artificiale sottrarrà il lavoro agli uomini
Gli esperti continuano a lanciare allarmi sui rischi connessi allo sviluppo di tecnologie avanzate. Tecnologie destinate a trasformare il lavoro per sempre. E c'è anche l'etica delle macchine da studiare.
Dopo l'allarme lanciato dal World Economic Forum (WEF) sulla perdita di 5 milioni di posti di lavoro (in 5 anni) connessa al progresso tecnologico, ai robot e all'intelligenza artificiale (IA), gli esperti di settore tornano ancora una volta a parlare delle conseguenze della nascita di IA sulla società in occasione del meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science.
Gli algoritmi auto-coscienti distruggeranno il lavoro in un modo mai sperimentato finora, avverte Moshe Vardi della Rice University, e nel giro di 30 anni le macchine saranno in grado di superare l'uomo in quasi ogni ambito lavorativo possibile. Per Vardi la tecnologia ha preso a distruggere il lavoro dalla rivoluzione industriale in poi, mettendo fuori gioco prima i cavalli e poi passando agli homo sapiens che pure le macchine le hanno create per i loro interessi. Quando gli automi erediteranno il mondo (del lavoro), però, il sistema economico globale si troverà a dover affrontare una percentuale di disoccupazione superiore al 25, o addirittura 50 per cento del totale.
Il ricercatore porta l'esempio dell'antica Roma, dove i cittadini erano diventati del tutto dipendenti dal lavoro degli schiavi: all'epoca, la soluzione del potere costituito fu di tenere buone le insurrezioni con panem et circenses, spiega Vardi.Un ulteriore problema di notevole rilevanza, evidenziato questa volta dall'esperto di etica di Yale Wendell Wallach, è quello rappresentato dai principi comportamentali di robot, IA e auto che si guidano da sole. Gli esperti di etica e di teorie sociali dovrebbero far parte dei team di progettazione dei sistemi autonomi per affrontare un problema che necessiterà ancora di decadi di lavoro e ricerca, dice Wallach.
(Credits: puntoinformatico.it)